Caratteristica essenziale del disturbo ossessivo compulsivo è la presenza di ossessioni, non collegate a problemi della vita quotidiana, che creano allarme o paura e che spesso costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali con lo scopo di ridurre l’ansia (compulsioni).
Solitamente, nei pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo, sono presenti sia ossessioni che compulsioni; circa il 20% delle persone sperimenta invece solo ossessioni senza comportamento compulsivo.
Ossessioni: pensieri, immagini o impulsi che si presentano in modo ripetitivo e incontrollabile. Si tratta di idee disturbanti e intrusive, giudicate dallo stesso paziente come infondate ed insensate. Esse sono accompagnate da emozioni quali paura, disgusto, disagio, dubbio, o dalla sensazione di non aver fatto le cose nel “modo giusto”.
Compulsioni (rituali o cerimoniali): comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni.
Costituiscono un metodo disfunzionale per cercare di ottenere un certo controllo sullo stato ansioso prodotto dai pensieri ossessivi.
Possono trasformarsi in rigide regole di comportamento, bizzarre ed eccessive, che arrivano a condizionare negativamente la qualità di vita dei pazienti.
La Psicoterapia accompagna a ridare significato ai sintomi e a ridurre gli stessi attraverso protocolli che prendono l’avvio proprio dal lavoro su di essi e hanno come primo obiettivo la loro riduzione.
Nella commedia del 1997 “Qualcosa è cambiato” (As Good as It Gets) Jack Nicholson intepreta un soggetto affetto da disturbo ossessivo-compulsivo
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